A proposito dell’opera pittorica di Giovanna Rocchetta, si riporta di seguito la
recensione redatta da Bartolomeo de Gioia, presidente del Circolo Artistico di Bologna, pubblicata sulla rivista “ITERARTE” N. 52 del gennaio 2003.
“Che il verismo sia nelle lettere che nelle arti possa identificarsi genericamente in ogni indirizzo volto alla riproduzione il più possibile fedele
alla realtà, assunta ad oggetto dell’esercizio poetico, è certamente vero, ma è altrettanto vero che sono molti coloro i quali lo fanno
coincidere sostanzialmente con il realismo.
E’ quanto, senza dubbio, Giovanna Rocchetta, artista già solidamente affermata, deve aver recepito dagli studi accademici con maestri quali Walter Lazzaro,
Emilio Contini e Luciano de Vita visto che la sua pittura sembra collocarsi in quel sottile diaframma che invece separa i due cosiddetti movimenti.
Il realismo stretto, infatti, al dilà della fedele riproduzione della realtà assunta ad oggetto, considera l’oggetto stesso come un contenuto della
coscienza ovvero un elemento dell’esperienza che l’artista non crea, ma deve accettare e riconoscere.
Tutta l’opera della Rocchetta, multiforme, spaziando dalla rappresentazione della quotidianità alla figura umana, riteniamo si attagli a queste considerazioni,
sì da recitare nella nostra tradizione artistica un ruolo di altissima dignità.
Giovanna Rocchetta in sostanza, per essere oltretutto provvista di una squisita sensibilità naturale, ci offre una precisa testimonianza di costume in uso con una
altrettanto precisa nota di commossa e dolente poesia che si identifica in ultima analisi nella più vera creatività.
Il sereno equilibrio delle sue composizioni caratterizza fondamentalmente la sua opera anche per un evidente rifiuto a contaminarla con i movimenti dell’attualità,
il che fa vivere l’illusione di respirare un’atmosfera di ritrovata classicità.”