"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva
dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra;
spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
Gli Articoli di Aldo:
Il Trebbio: amata residenza di Giovanni dalle Bande Nere (2007-11-09)
La famiglia Scaretti - 70 anni nel Mugello ( 1937-2007)
L'inizio del terzo millennio sta offrendo al Mugello una serie significativa di anniversari in vari settori ricordando, fra gli altri quegli ovviamente più eclatanti, il 700° anniversario della fondazione del Castello di Santa Barnaba, alias Scarperia (1306-2006); il 500° anniversario della nascita dell'autore del 'Galateo', Monsignor Giovanni della Casa (1503-2003) e restando in ambiti culturali, artistici e perchè nò, anche sportivi, ecco anniversari più vicini a noi come quello delle Manifatture Chini (1906-2006), che hanno dato in campo mondiale lustro ed onore al Mugello o quelli più semplici come il centenario del Club Ciclo Appenninico 1907 e quello della Schola Cantorum 'Santa Cecilia 1909' che nel tempo fu diretta dal Maestro Monsignor Domenico Bartolucci, direttore perpetuo della 'Cappella Sistina' il più grande compositore vivente al mondo di musica sacra.
L'anniversario che andiamo a raccontare è quello della famiglia Scaretti, la quale nel 1937 (70 anni orsono) dopo aver acquistato il maniero mediceo del Trebbio, riconsegnò all'antico splendore uno degli edifici più nobili e significativi della storiografia mugellana: la residenza di Lodovico dè Medici meglio conosciuto come Giovanni dalle Bande Nere.
Il dott. Lorenzo Scaretti, con la sua proverbiale ospitalità ed altrettanta cordialità, ci riceve nel salone antistante il piccolo chiostro, dove sono posti in evidenza moltissimi libri, volumi, riviste, testi ed altro, molti scritti in inglese, che ricordano il Castello del Trebbio, raffigurato in una bellissima tela (è una perfetta copia eseguita nel 1927) di un noto artista, Utens, del XVI secolo. - Correva l'anno 1936 quando mio padre Enrico - inizia il dott. Scaretti - acquistò all'incanto il Castello del Trebbio, che era stato fra '800 e '900 di proprietà, come il sottostante Castello di Cafaggiolo, del Principe Marcantonio Borghese, facendo felice la mamma Marjorie Jebb, di antica e nobile famiglia inglese (la famiglia Scaretti di origini Piemontese, liberali di vecchio stampo erano proprietari di una Banca a Roma) che babbo aveva conosciuto a Roma alcuni anni prima. Il Castello era ridotto in pessimo stato, fatiscente, cadente, il tetto in parte scoperchiato, l'imponente torrione pericolante, il parco trasandato ed abbandonato, insomma quella che era l'amata residenza di Giovanni dalle Bande Nere, di sua moglie Maria Salviati e del loro figlioletto Cosimo, che doveva divenire il primo Granduca di Toscana, era in uno stato davvero pietoso. Ma piano piano, con tanta volontà ed altrettanta passione, dopo un anno e mezzo di lavori meticolosi, minuziosi, programmati (Lorenzo Scaretti nacque nel 1937 proprio quando il Trebbio era un immenso cantiere) lo storico maniero ritornò agli antichi splendori-. Si legge nel volto dell'interlocutore la felicità e l'orgoglio nel ricordare questi eventi, questi episodi che caratterizzarono il cammino dei suoi cari in un periodo difficile che segnò tangibilmente la storia d'Italia, con il fascismo, l'odio contro gli inglesi, la guerra, la liberazione, la ricostruzione, il ritorno alla democrazia.
Quando ancora era in essere la civiltà contadina, con la vasta proprietà che comprendeva circa 30 poderi, quindi centinaia di persone operanti sul territorio del Trebbio, oltre alla Fattoria e alcune case attigue, la famiglia Scaretti con una accorta politica di salvaguardia procedette ad un radicale rimboschimento e ad una concreta riforestazione (lungimirante idea per uno dei polmoni verdi più vasti del Mugello), se è vero, com'è vero, che il bosco aveva una estensione di circa 190.50.00 Ha, condotto a ceduo e circa 3.50.00 Ha, di alto fusto di conifere alle pendici nord del Castello, mentre fra gli anni '50 e parte degli anni '60 ci fu un intervento di circa 50.00.00 Ha, per la riforestazione nella parte più alta della proprietà con lo scopo di recuperare terreni lasciati abbandonati dall'esodo dei coloni. Da parte sua il dott. Lorenzo Scaretti si è adopèrato perché ci fosse sempre la massima cura in queste operazioni ed è intervenuto con piantagioni di alberi per arredo del territorio con cipressi e altre varietà latifoglie in varie zone arrivando a piantare c/a 50 alberi, mentre è in corso un nuovo piano dei tagli per i prossimi 10 anni in modo da rendere più organico lo sfruttamento della produzione legnosa, senza per questo mancare all'impegno nella salvaguardia dei boschi e dell'ecosistema che costituisce.
Mentre ci spiega queste cose sui camminamenti in cima al possente torrione (non è consigliabile a chi soffre di vertigini!) dove si gode un panorama davvero mozzafiato della vallata mugellana, il dott. Scaretti ci indica la casa, anch'essa ristrutturata, dove la storia ci racconta che lì fu ospite uno dei più grandi personaggi della storiografia fiorentina come Amerigo Vespucci, ospite al Trebbio nell'ottobre 1476 di Giovanni 'Il popolano', padre di Giovanni Dalle Bande Nere, per sfuggire alla peste che infestava Firenze. - Ma nel corso dei secoli di personaggi che sono saliti al Trebbio ce ne sono stanti tanti e di grande spessore - ci dice il nostro interlocutore - e restando nel secolo scorso basta sfogliare il grande registro delle firme per venire a conoscenza che sono stati ospiti, fra gli altri, due Regine, Olga di Grecia Regina di Jugoslavia e Elena di Grecia, Regina di Romania, l'On. Giovanni Gronchi, che doveva divenire Presidente della Repubblica Italiana, Sir Victor Alexander Mallet, primo ambasciatore inglese dopo la seconda guerra mondiale, Sir William Russel Flint, Presidente dell'Accademia Reale Inglese, don Jaime di Borbone con l'Infante Maria Cristina di Spagna (si racconta che don Jaime servì la Santa Messa all'interno dell'oratorio del Castello) ancora, Gaetano Pieraccini, sindaco di Firenze, Flueurs A. Wegsaembeex, primo Ministro del Lussemburgo, Harold Mac Millan, che nel tempo doveva divenire Primo Ministro inglese e ancora molte personalità, oltre a tantissimi convalligiani e naturalmente tanti illustri ospiti inglesi sapendo le origini della mamma Marjorie. Durante la seconda guerra mondiale - continua il dott. Scaretti - i genieri tedeschi avevano già preparato alcune fessure del torrione per immettervi l'esplosivo e farlo saltare, ma fortunatamente un ufficiale tedesco, amante della storia dei Medici e della Toscana, con uno stratagemma riuscì a far allontanare i genieri salvando così il maniero dalla distruzione. Credo che questo tedesco sia tornato poi in segreto a rivedere il Trebbio. Dopo la scomparsa dei miei cari, le visite sono continuate e il castello previo appuntamento con i vari uffici turistici del territorio resta aperto per le visite a piccoli gruppi, mentre sono alcuni anni che il Parco del Castello è a disposizione per le associazioni di volontariato, piccoli mercatini artigianali e d' antiquariato e per gruppi di studenti- .
La nostra visita volge ormai al termine, ma prima di lasciare questo meraviglioso maniero, il dott. Scaretti ci fa visitare alcune sale interne, compreso la sala d'attesa, cioè la stanza dove Maria Salviati, seduta dietro la finestra con sulle ginocchia il piccolo Cosimo, attendeva con trepidazione il ritorno del suo sposo, Giovanni dalle Bande, sempre a guerreggiare a destra e manca; in una di queste, sulla piana di Pavia contro i francese, a soli 28 anni ci rimise la pelle, lasciando vedova Maria e orfano Cosimo. Ma la cosa che ci colpisce maggiormente, una volta usciti, è la meticolosità con cui viene curato il parco intorno al castello; niente è lasciato al caso, tutto al suo posto. L'erba era stata tagliata da poco così anche le alte siepi di lauro, di alloro e di ramerino; si respirava un intenso profumo di bosco. Un anniversario questo dei 70 anni di presenza della famiglia Scaretti in Mugello, che onora la nostra terra.
Il Trebbio: amata residenza di Giovanni dalle Bande Nere (2007-11-09)
La famiglia Scaretti - 70 anni nel Mugello ( 1937-2007)
L'inizio del terzo millennio sta offrendo al Mugello una serie significativa di anniversari in vari settori ricordando, fra gli altri quegli ovviamente più eclatanti, il 700° anniversario della fondazione del Castello di Santa Barnaba, alias Scarperia (1306-2006); il 500° anniversario della nascita dell'autore del 'Galateo', Monsignor Giovanni della Casa (1503-2003) e restando in ambiti culturali, artistici e perchè nò, anche sportivi, ecco anniversari più vicini a noi come quello delle Manifatture Chini (1906-2006), che hanno dato in campo mondiale lustro ed onore al Mugello o quelli più semplici come il centenario del Club Ciclo Appenninico 1907 e quello della Schola Cantorum 'Santa Cecilia 1909' che nel tempo fu diretta dal Maestro Monsignor Domenico Bartolucci, direttore perpetuo della 'Cappella Sistina' il più grande compositore vivente al mondo di musica sacra.
L'anniversario che andiamo a raccontare è quello della famiglia Scaretti, la quale nel 1937 (70 anni orsono) dopo aver acquistato il maniero mediceo del Trebbio, riconsegnò all'antico splendore uno degli edifici più nobili e significativi della storiografia mugellana: la residenza di Lodovico dè Medici meglio conosciuto come Giovanni dalle Bande Nere.
Il dott. Lorenzo Scaretti, con la sua proverbiale ospitalità ed altrettanta cordialità, ci riceve nel salone antistante il piccolo chiostro, dove sono posti in evidenza moltissimi libri, volumi, riviste, testi ed altro, molti scritti in inglese, che ricordano il Castello del Trebbio, raffigurato in una bellissima tela (è una perfetta copia eseguita nel 1927) di un noto artista, Utens, del XVI secolo. - Correva l'anno 1936 quando mio padre Enrico - inizia il dott. Scaretti - acquistò all'incanto il Castello del Trebbio, che era stato fra '800 e '900 di proprietà, come il sottostante Castello di Cafaggiolo, del Principe Marcantonio Borghese, facendo felice la mamma Marjorie Jebb, di antica e nobile famiglia inglese (la famiglia Scaretti di origini Piemontese, liberali di vecchio stampo erano proprietari di una Banca a Roma) che babbo aveva conosciuto a Roma alcuni anni prima. Il Castello era ridotto in pessimo stato, fatiscente, cadente, il tetto in parte scoperchiato, l'imponente torrione pericolante, il parco trasandato ed abbandonato, insomma quella che era l'amata residenza di Giovanni dalle Bande Nere, di sua moglie Maria Salviati e del loro figlioletto Cosimo, che doveva divenire il primo Granduca di Toscana, era in uno stato davvero pietoso. Ma piano piano, con tanta volontà ed altrettanta passione, dopo un anno e mezzo di lavori meticolosi, minuziosi, programmati (Lorenzo Scaretti nacque nel 1937 proprio quando il Trebbio era un immenso cantiere) lo storico maniero ritornò agli antichi splendori-. Si legge nel volto dell'interlocutore la felicità e l'orgoglio nel ricordare questi eventi, questi episodi che caratterizzarono il cammino dei suoi cari in un periodo difficile che segnò tangibilmente la storia d'Italia, con il fascismo, l'odio contro gli inglesi, la guerra, la liberazione, la ricostruzione, il ritorno alla democrazia.
Quando ancora era in essere la civiltà contadina, con la vasta proprietà che comprendeva circa 30 poderi, quindi centinaia di persone operanti sul territorio del Trebbio, oltre alla Fattoria e alcune case attigue, la famiglia Scaretti con una accorta politica di salvaguardia procedette ad un radicale rimboschimento e ad una concreta riforestazione (lungimirante idea per uno dei polmoni verdi più vasti del Mugello), se è vero, com'è vero, che il bosco aveva una estensione di circa 190.50.00 Ha, condotto a ceduo e circa 3.50.00 Ha, di alto fusto di conifere alle pendici nord del Castello, mentre fra gli anni '50 e parte degli anni '60 ci fu un intervento di circa 50.00.00 Ha, per la riforestazione nella parte più alta della proprietà con lo scopo di recuperare terreni lasciati abbandonati dall'esodo dei coloni. Da parte sua il dott. Lorenzo Scaretti si è adopèrato perché ci fosse sempre la massima cura in queste operazioni ed è intervenuto con piantagioni di alberi per arredo del territorio con cipressi e altre varietà latifoglie in varie zone arrivando a piantare c/a 50 alberi, mentre è in corso un nuovo piano dei tagli per i prossimi 10 anni in modo da rendere più organico lo sfruttamento della produzione legnosa, senza per questo mancare all'impegno nella salvaguardia dei boschi e dell'ecosistema che costituisce.
Mentre ci spiega queste cose sui camminamenti in cima al possente torrione (non è consigliabile a chi soffre di vertigini!) dove si gode un panorama davvero mozzafiato della vallata mugellana, il dott. Scaretti ci indica la casa, anch'essa ristrutturata, dove la storia ci racconta che lì fu ospite uno dei più grandi personaggi della storiografia fiorentina come Amerigo Vespucci, ospite al Trebbio nell'ottobre 1476 di Giovanni 'Il popolano', padre di Giovanni Dalle Bande Nere, per sfuggire alla peste che infestava Firenze. - Ma nel corso dei secoli di personaggi che sono saliti al Trebbio ce ne sono stanti tanti e di grande spessore - ci dice il nostro interlocutore - e restando nel secolo scorso basta sfogliare il grande registro delle firme per venire a conoscenza che sono stati ospiti, fra gli altri, due Regine, Olga di Grecia Regina di Jugoslavia e Elena di Grecia, Regina di Romania, l'On. Giovanni Gronchi, che doveva divenire Presidente della Repubblica Italiana, Sir Victor Alexander Mallet, primo ambasciatore inglese dopo la seconda guerra mondiale, Sir William Russel Flint, Presidente dell'Accademia Reale Inglese, don Jaime di Borbone con l'Infante Maria Cristina di Spagna (si racconta che don Jaime servì la Santa Messa all'interno dell'oratorio del Castello) ancora, Gaetano Pieraccini, sindaco di Firenze, Flueurs A. Wegsaembeex, primo Ministro del Lussemburgo, Harold Mac Millan, che nel tempo doveva divenire Primo Ministro inglese e ancora molte personalità, oltre a tantissimi convalligiani e naturalmente tanti illustri ospiti inglesi sapendo le origini della mamma Marjorie. Durante la seconda guerra mondiale - continua il dott. Scaretti - i genieri tedeschi avevano già preparato alcune fessure del torrione per immettervi l'esplosivo e farlo saltare, ma fortunatamente un ufficiale tedesco, amante della storia dei Medici e della Toscana, con uno stratagemma riuscì a far allontanare i genieri salvando così il maniero dalla distruzione. Credo che questo tedesco sia tornato poi in segreto a rivedere il Trebbio. Dopo la scomparsa dei miei cari, le visite sono continuate e il castello previo appuntamento con i vari uffici turistici del territorio resta aperto per le visite a piccoli gruppi, mentre sono alcuni anni che il Parco del Castello è a disposizione per le associazioni di volontariato, piccoli mercatini artigianali e d' antiquariato e per gruppi di studenti- .
La nostra visita volge ormai al termine, ma prima di lasciare questo meraviglioso maniero, il dott. Scaretti ci fa visitare alcune sale interne, compreso la sala d'attesa, cioè la stanza dove Maria Salviati, seduta dietro la finestra con sulle ginocchia il piccolo Cosimo, attendeva con trepidazione il ritorno del suo sposo, Giovanni dalle Bande, sempre a guerreggiare a destra e manca; in una di queste, sulla piana di Pavia contro i francese, a soli 28 anni ci rimise la pelle, lasciando vedova Maria e orfano Cosimo. Ma la cosa che ci colpisce maggiormente, una volta usciti, è la meticolosità con cui viene curato il parco intorno al castello; niente è lasciato al caso, tutto al suo posto. L'erba era stata tagliata da poco così anche le alte siepi di lauro, di alloro e di ramerino; si respirava un intenso profumo di bosco. Un anniversario questo dei 70 anni di presenza della famiglia Scaretti in Mugello, che onora la nostra terra.