"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
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ARMANDO GORI L’EROE DI PREMUDA (10 GIUGNO 1918) (2020-06-08)



Se il bicentenario della nascita di don Giotto Ulivi, borghigiano, nato in fondo Malacoda il 4 aprile del 1820, sacerdote, eroe risorgimentale e scienziato d’apicoltura, è passato in secondo piano per le note vicende del Corona Virus, non possiamo non ricordare che 102 anni orsono, il 10 giugno del 1918, durante la Grande Guerra, una eroica impresa marinara nella Baia di Premuda, fece crollare moralmente l’esercito austro-ungarico che di lì a pochi mesi chiese l’armistizio decretando la vittoria dell’Italia. E’ vero che una Nazione non ha bisogno di eroi, ma quel giorno se non c’erano quegli “eroi” fra cui il mugellano Armando Gori, nativo di Molezzano in comune di Vicchio, la guerra poteva continuare e ci sarebbero stati molti più caduti e molti più lutti; ecco perché l’eufemismo “eroe” in tante vicende sta a pennello; dobbiamo buttare alle ortiche, dato che parliamo della Grande Guerra, quello che fece Enrico Toti? Dunque quel giorno due M.a.s. della Marina Italiana al largo di Premuda, avvistarono una squadra navale austriaca che comprendeva due possenti corrazzate: le attaccarono con incredibile ed “eroica” audacia e ne affondarono una, la Santo Stefano (Szente Istavàn) di 20.300 tonnellate di stazza e con 12 cannoni da 305. Solo più tardi si seppe che quell’attacco aveva fatto fallire una importante operazione navale nemica. Le moto siluranti erano due, la prima al comando di Giuseppe Aonzo e la seconda di Luigi Rizzo; fu proprio il M.a.s. di quest’ultimo con capotimoniere il nostro Armando Gori entrando arditamente nella Baia di Premuda, silurarono la Corrazzata affondandola, segnando la fine della flotta imperiale Austro-Ungarica. Il Messaggero del Mugello ci riporta in quel periodo, e dopo il termine della guerra (4 novembre 1918), una copiosa cronaca ci ricorda di come fu accolto Armando Gori nella sua terra natia: in tutti i paesi o piccole frazioni tante furono le cerimonie, gli eventi, gli incontri e le manifestazioni patriottiche in onore di Armando Gori, sempre al centro dell’attenzione. Si fidanzò addirittura con una giovanissima ragazza borghigiana, Amneris Barletti (di una delle più antiche famiglie paesane), la quale purtroppo colpita dalla “Febbre Spagnola” morì dopo pochi mesi. Molte volte abbiamo scritto nel nostro itinerario di scribacchino del territorio questa grande pagina storica dove fu prim’attore Armando Gori, ma grazie ai suoi discendenti siamo venuto a conoscenza che proprio 100 anni orsono (16 maggio 1920), l’eroe di Premuda, fu invitato ed inviato dal governo italiano in alcune nazioni del sud America per una missione in Brasile, Uruguay ed Argentina, per una delle tante “Campagne Oceaniche” aventi scopo di rinsaldare i legami con i nostri connazionali, che emigrarono in quei lontani paesi, facendo sentire loro la vicinanza della Patria. Ma altre finalità erano anche di tipo diplomatico-economnico ed anche tecniche e scientifiche.. A booredo della Regia Nave Roma era presnete anche il principie Aimone di Savoia , Duca di Soleto, Per Armando Gori fu un’esperienza importante, venne accolto con molti onori, festeggiamenti, banchetti, come è documentato da numerosi giornali in spagnolo, portoghese e italiano, conservati nell’archivio familiare, che gli dedicarono addirittura la prima pagina dilungandosi sulle sue vicende biografiche e sul suo ruolo di protagonista nell’impresa. Ed infatti anche il Messaggero di Mugello non fu avaro di corrispondenze sulla presenza di Armando Gori in quelle nazioni, evidenziando il grande ruolo che ebbe questi straordinario mugellano. Ed infatti il settimanale mugellano il 30 gennaio 1921 scrive: “nell’agosto-settembre dell’anno scorso le fiorenti colonie italiane di Rio de Janeiro, San Paolo e di altre città del Brasile, festeggiarono i baldi marinai della Regia Nave “Roma” comandati da S.A. il Principe Aimone di Savoia. A bordo della corrazzata italiana era anche il mugellano Armando Gori, dei 16 di Premuda, che fu particolarmente fatto segno a calorose entusiastiche manifestazioni di simpatia dai nostri connazionali. La “Patria degl’Italiani” di Rio de Janeiro ha dedicato intere pagine all’eroe di Premuda pubblicandone una grande foto e tutte le notizie che traducono pallidamente il gesto altissimo di Armando Gori, ora promosso capo-timoniere di I° Classe –“. Siamo oltremodo contenti nel ricordare le gesta di questo nostro grande mugellano, (penso che gli amici vicchiesi siano del nostro parere), poiché in tempi dove la storia si dimentica o si tenta di annullarla, torna sempre, immancabilmente a ricordarci tempi ed uomini che hanno forgiato con il loro coraggio e il loro orgoglio, l’essenza di essere italiani e l’amore per la propria terra. Onore dunque ad Armando Gori (1883 – 1953) che si era formato a Genova, dove abitava, una numerosa famiglia e dove i suoi nipoti e pronipoti tengono alto il nome del loro congiunto. Volle essere sepolto in quel di Gattaia accanto ai suoi cari e nel 1975 l’amministrazione comunale di Vicchio innalzò sulla battigia del laghetto di Montelleri un cippo in ricordo e in onore di questo loro illustre figlio.


Foto 1
Il Comandante Armando Gori, capo timoniere del Mas al comando di Luigi Rizzo, che affondò la Santo Stefano il 10 giugno 1918 nella Baia di Premuda.