"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
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VILLA 'Le Fonti' a Borgo San Lorenzo nel Mugello (2010-02-25)

LA RESIDENZA PATRIZIA DELLA NOBIL FAMIGLIA PANDOLFINI DI FIRENZE.

Fra le tante residenze 'patrizie' o 'nobiliari', più o meno monumentali, che ingentiliscono la vallata del Mugello, la Villa detta 'Le Fonti' (da non confondersi con altra Villa con similare denominazione, 'La Fonte' cioè Villa Maganzi-Baldini ubicata a poche centinaia di metri), rientra in quel contesto residenziale che nel corso dei secoli molte famiglie notabili di Firenze si costruivano in campagna.

Prendiamo alcuni esempi nel territorio di Olmi dove è ubicata appunto Villa Pandolfini a Le Fonti;

*Villa Gondi al Poggiolo;

(proprietà ronconi, attualmente in recupero)

*Villa Doni a Le Canicce;

(proprietà dell'azienda agricola 'Sereni')

*Villa Guiducci-Massani a Serravalle;

(suddivisa in vari proprietari)

*Villa Maganzi-Baldini a Lutiano Nuovo;

(proprietà paladini)

*Villa Parenti a Olmi;

(attualmente in restauro e recupero per appartamenti)

*Villa Brocchi a Lutiano Vecchio;

(proprietà dell'Istituto degl' Innocenti di Firenze)

*Villa Lapi a Montazzi;

(proprieta' della famiglia brunori)

*Villa Marucelli a Viterete;

(proprieta' della famiglia martiri lapi)

*Villa Cocchi a Monti;

(abbandonata da molti anni)

*Villa Martini-Bernardi a Votanidi;

(proprietà dell'omonima famiglia)



Queste residenze, alcune sontuose altre di medie e piccole dimensioni, erano abitate tutto l'anno dai proprietari (vedi i Lapi a Montazzi, i Maganzi Baldini a Lutiano Nuovo, i Brocchi a Lutiano Vecchio, etc, etc.), poiché le dimensioni delle proprietà erano talmente vaste, fra poderi, fattorie, campi, boschi ed altro, da tenerle constantemente sotto osservazione, o meglio sotto controllo diretto, mentre altre - come appunto Villa Pandolfini a Le Fonti - venivano occupate dalle famiglie solamente nei periodi estivi per villeggiare e per riposare.

Nella Carta Topografica dei Capitani di Parte Guelfa di fine '500 (1585), la Villa Le Fonti era già disegnata, così anche altre residenze nella lista sopradescritta, ma non era ancora di proprietà della nobile famiglia Pandolfini, ma bensì della nobile famiglia dè Formiconi. E quì apriamo una curiosa piccola parentesi storica.

Attigua alla Villa Le Fonti scorre un piccolo fossatello, che nasce dal bosco detto il 'bosco delle Fonti', fossatello ormai perennemente secco che porta la denominazione di 'formicone', come si legge nelle varie Carte Topografiche.

Com'è storicamente accertato i contadini, mezzadri, i pigionali, insomma la gente di campagna, usavano storpiare i cognomi; eccone alcuni esempi: il Giannelli diviene Giannella, il Romei - il Romeo, il Panchetti - il Panchetta, il Borselli - il Borsella, il Fredducci - il Fredduccio, il Tassini - il Tassino etc, etc. Dato che la famiglia Formiconi abitava a pochi metri dal fossatello, ecco la denominazione volgarmente detta 'il 'formicone'.

Tornando al capitolo della famiglia Formiconi, come si legge da alcuni 'Stati di Famiglia' anzi nello 'Stato delle Anime' dell'anno 1652, si nota che i Formiconi erano proprietari di alcuni poderi nella piana di Olmi-Montazzi, mentre nell'anno 1692, dopo l'estinzione di detta Famiglia, tutte le proprietà vanno per breve tempo alla nobil famiglia Ridolfi e quindi alla Famiglia Pandolfini di Firenze, poiché la madre di Palmiero di Lodovico Pandolfini, era una Formiconi, quindi erede diretta di tutte le sostanze della sua famiglia.

Fra le diverse proprietà di Montazzi e di Olmi, quest'ultime cedute nel tempo alla Chiesa di Olmi e alla Famiglia Lapi, c'era anche la residenza de Le Fonti con accorpato la casa del contadino, famiglia questa che faceva di cognome Margheri.

Nel 1748 don Giuseppe Maria Brocchi (n. 1687- m.1751), parroco di Santa Maria a Olmi, scrive un libro molto importante per la storiografia locale, intitolato: 'Descrizione della Provincia del Mugello' e guarda caso lo dedica all' ill/mo Sig. Palmiero Andrea Pandolfini, patrizio fiorentino, suo illustre collega alla Società Accademica Colombaria di Firenze e non per ultimo vicino di residenza estiva a Le Fonti a poche centinaia di metri dalla Villa La Brocchi a Lutiano Vecchio, già antichissima residenza della famiglia Da Lutiano discendenti diretti di un ramo degli Ubaldini da Lutiano.

In questo libro il Brocchi cita diverse volte il Pandolfini, sia per quanto riguarda la residenza a Le Fonti sia per le proprietà che avevano a Montazzi. Infatti il Brocchi ricorda che Palmiero Lodovico Pandolfini, era discendente per parte di madre della nobil Famiglia Formiconi, ricchi proprietari di beni e cose in quel di Montazzi.

Ecco l'inconfutabile verità storica di coloro che ne sono stati proprietari fra '500, '600 e parte del '700, fino a quando cioè, dopo la morte del N.H. Batista Francesco Pandolfini, Console del Granducato di Toscana a Roma, la Villa venne quasi abbandonata dai suoi figli Augusto, Ridolfo ed Edoardo, che abitavano nel sontuoso Palazzo fra Via San Gallo e via Cavour, lasciando al Fattore la conduzione della piccola proprietà nel Mugello.

Infatti negli Stati di Famiglia negli anni 1763 (Fattore Francesco Barbieri), 1778 (Fattore Michele Cecconi), 1824 (Fattore Giovacchino Nesi), 1836 (Fattore sempre Giovacchino Nesi), il nome dei proprietari non vengono più citati; solamente in un libro ''Valcava in Mugello ' Le immagini e la Storia °° edito nel 1987', gli autori Francesco Bergesio e Carlo Paoli, scrivono che alla fine del XVIII° secolo la Villa 'Le Fonti' fu acquisita dalla nobil Famiglia Della Stufa (per inciso la denominazione esatta è Lotteringhi Della Stufa), antica famiglia patrizia mugellana con beni e possedimenti alle falde del Montegiovi.

Poi la proprietà, dopo pochi anni, viene ceduta all'Istituto Degl'Innocenti di Firenze per uso di fattoria e casa colonica. Nel 1843 si conoscono i nomi delle due famiglie contadine: Conti e Marrani. Mentre nel 1864, la famiglia Marrani c'è sempre a cui si aggiunge la famiglia Lapucci; sul portale principale d'ingresso viene collocato il 'putto in fasce' emblema appunto dell'Istituto di accoglienza fiorentino, il quale con i lasciti della signorina Emma Brocchi, ultima discendente di questa famiglia e successivamente dagli eredi della famiglia Doni a Le Canicce, diviene proprietaria di un vastissimo appezzamento con molte case coloniche, campi, colline e boschi, sia a monte che a valle della Sieve.

Nel 1870 la famiglia Marrani lavora sempre il podere de Le Fonti, ma nell'attigua abitazione compare la famiglia di Giuseppe Carotti, di professione cantoniere. Nel 1902/1906 la famiglia Carpini molto numerosa con 15 componenti, prende il posto della famiglia Marrani, mentre la famiglia Carotti ospita Lodovico Quadrelli che era vedovo di una componente della stessa famiglia Carotti.

Questo nucleo famigliare lascerà poi Villa Le Fonti per trasferirsi in piazza del Mercato a Borgo San Lorenzo, per aprire un grande Mulino, ancora ricordato come il 'Mulino Quadrelli', attivo per oltre 70 anni, attualmente adibito ad uffici amministrativi ed appartamenti civili.

Nello Stato di Famiglia dell'anno 1926, ci abita solamente la patriarcale famiglia Carpini con oltre diciassette componenti; a lato del documento si legge 'Fonti ' Ospedale degl'Innocenti'.

Poi è storia dei giorni nostri; la Famiglia Carpini lascia Le Fonti e subentra la Famiglia Guidotti. Una volta che i Guidotti lasciano l'antica abitazione verso la fine degli anni '60 del '900, dopo qualche anno di abbandono, iniziano i lavori di restauro, ma il tutto viene bloccato dai competenti organi amministrativi, in modo particolare dalle Sovrintendenze ai Beni Storici e Architettonici, poiché i tecnici durante la ristrutturazione non tennero conto di alcuni aspetti architettonici legati alle vetustà della residenza.

Dopo tanti anni, finalmente all'inizio del terzo millennio, espletate tutte le pratiche burocratiche, l'antica residenza dei Formiconi e successivamente dei Pandolfini, riprendeva il suo gradevole aspetto di Villa patrizia residenziale di campagna.

L'aspetto architettonico della Villa Le Fonti



L'aspetto architettonico della Villa 'Le Fonti' è quello classico secentesco, benché modificato nel corso dei secoli; anticamente era sovrastato da una grande 'colombaia'.

In un faldone riguardante l'aspetto topografico di Lutiano Vecchio nella prima metà del '700 (1723 ca.), ne è venuto fuori un documento in carta pecora disegnato a china, non completo nello Stemma Nobiliare dei Pandolfini, poiché mancante della metà del cartaceo. In questo documento si nota una struttura con la scritta 'prospetto della casa', e osservando attentamente la pianta ben disegnata ne viene fuori inequivocabilmente la 'Villa Le Fonti'.

Si nota la torre-colombaia con la porta d'ingresso centrale e sul dietro la colonica e gli annessi, il tutto a poche decine di metri dal fiume Sieve, anch'esso ben disegnato in fondo a destra con tanto di scritta. E' questo un documento eccezionale per la ricerca storica e architettonica della Villa Le Fonti, che conferma quanto redatto e stilato nella relazione.