"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva
dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra;
spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
Gli Articoli di Veronica:
EDIFICI STORICI DI PIAN DEL VOGLIO (2005-05-27)
Gli edifici di maggior pregio storico-architettonico presenti a Piano del Voglio (San Benedetto
Val di Sambro), rivisitati, catalogati e spiegati con cenni storici e curiosità, in un libro a suo tempo
edito da Fotocopoli di Bologna a cura del Centro di Documentazione Pianese, dal titolo “ Caseggiati pianesi”, il cui autore Maurizio Valentini desidera proporre “ …una iniziativa a metà strada tra una guida di natura prettamente turistica ed un piccolo compendio sulle vicende storiche legate ai singoli caseggiati situati all’interno del territorio di Piano del Voglio”. Ed ecco, presentati in una interessante carrellata, i seccatoi ( le ‘scadore’ nell’uso dialettale) per essiccare le castagne, un tempo spesso quasi unico sostentamento alimentare delle famiglie montane; i mulini, opifici idraulici ove le stesse venivano macinate; i carbonili, ricovero del prezioso combustibile spesso commercializzato non solo ad uso locale, ma anche al di fuori dell’ambiente montanaro; le stalle,
edifici dalle modeste dimensioni planimetriche, riparo per gli animali al piano terreno, luogo
di stoccaggio per fieno o granaglie in quello superiore; i tabernacoli, altresì detti pilastrini votivi, verginine o edicole, grossi blocchi generalmente di pietraserena, magistralmente squadrati da abili scalpellini con incastonata una immagine religiosa, quasi sempre una Beata Vergine ed eretti
in prossimità di biforcazioni stradali; i forni e le porcilaie, piccole appendici legate alla planimetria muraria principale; i pozzi abbeveratoi e lavatoi, in un primo tempo realizzati con tronchi di castagno opportunamente scavati all’interno e successivamente in pietra; le legnaie,
spesso coincidenti con semplici tettoie o rientranze nel perimetro murario esterno, in vani estremamente asciutti, per ospitare la legna ed impedirne il marcire una volta accatastata; ed infine, i caseggiati rurali veri e propri, rappresentanti le abitazioni della famiglia del possidente agricolo o anche dei coloni coltivatori. “ Una affascinante struttura museale, calata giorno dopo giorno-afferma il Valentini-nella nostra realtà quotidiana e frutto del lavoro dei nostri nonni,dei nostri padri e di tanti abili muratori pianesi che ne hanno plasmato con l’esperienza ed il sudore, le linee murarie, gli stili e gli elementi decorativi”.
Veronica Balboni
EDIFICI STORICI DI PIAN DEL VOGLIO (2005-05-27)
Gli edifici di maggior pregio storico-architettonico presenti a Piano del Voglio (San Benedetto
Val di Sambro), rivisitati, catalogati e spiegati con cenni storici e curiosità, in un libro a suo tempo
edito da Fotocopoli di Bologna a cura del Centro di Documentazione Pianese, dal titolo “ Caseggiati pianesi”, il cui autore Maurizio Valentini desidera proporre “ …una iniziativa a metà strada tra una guida di natura prettamente turistica ed un piccolo compendio sulle vicende storiche legate ai singoli caseggiati situati all’interno del territorio di Piano del Voglio”. Ed ecco, presentati in una interessante carrellata, i seccatoi ( le ‘scadore’ nell’uso dialettale) per essiccare le castagne, un tempo spesso quasi unico sostentamento alimentare delle famiglie montane; i mulini, opifici idraulici ove le stesse venivano macinate; i carbonili, ricovero del prezioso combustibile spesso commercializzato non solo ad uso locale, ma anche al di fuori dell’ambiente montanaro; le stalle,
edifici dalle modeste dimensioni planimetriche, riparo per gli animali al piano terreno, luogo
di stoccaggio per fieno o granaglie in quello superiore; i tabernacoli, altresì detti pilastrini votivi, verginine o edicole, grossi blocchi generalmente di pietraserena, magistralmente squadrati da abili scalpellini con incastonata una immagine religiosa, quasi sempre una Beata Vergine ed eretti
in prossimità di biforcazioni stradali; i forni e le porcilaie, piccole appendici legate alla planimetria muraria principale; i pozzi abbeveratoi e lavatoi, in un primo tempo realizzati con tronchi di castagno opportunamente scavati all’interno e successivamente in pietra; le legnaie,
spesso coincidenti con semplici tettoie o rientranze nel perimetro murario esterno, in vani estremamente asciutti, per ospitare la legna ed impedirne il marcire una volta accatastata; ed infine, i caseggiati rurali veri e propri, rappresentanti le abitazioni della famiglia del possidente agricolo o anche dei coloni coltivatori. “ Una affascinante struttura museale, calata giorno dopo giorno-afferma il Valentini-nella nostra realtà quotidiana e frutto del lavoro dei nostri nonni,dei nostri padri e di tanti abili muratori pianesi che ne hanno plasmato con l’esperienza ed il sudore, le linee murarie, gli stili e gli elementi decorativi”.
Veronica Balboni