"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva
dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra;
spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
Gli Articoli di Veronica:
Antica ricetta per fare il sapone (2009-04-17)
Pian del voglio-QUANDO SI FACEVA IL BUCATO A MANO-SCOPERTE IN UN CASSETTO RICETTE PER FARE IL SAPONE DATATE 1946- Appennino , camino acceso e ricerca di sensazioni di “ antico”, un desiderio di calarsi nelle proprie radici e nella vita dei nonni, lontano dal clamore e dalla routine; una ricerca non solo gastronomica, ma poliedrica e sentimentale sulle abitudini dei nostri avi. E’ così che torna alla mente un profumo speciale di rara essenza coronato da colori, sparsi qua e la per i campi, per i prati, sulle recinzioni, sulle siepi, un allegro mosaico di tessuti di ogni forma e parvenza…è così che, specialmente nelle nostre montagne, fino ad una ventina di anni orsono, si potevano vedere i ‘panni’ lavati e stesi ad asciugare, sciorinati da sapienti massaie che negli appositi lavatoi detti anche ‘pozzi’,si riunivano per lavare, ma soprattutto per creare un momento di incontro, di scambio di informazioni, qualche pettegolezzo, canti e risate, ancor più vive e felici se le giornate erano soleggiate o se in paese era successo qualcosa di veramente rimarchevole. Chi ha potuto godere di un ‘bucato’ così fatto non può dimenticare il profumo che si levava dalle lenzuola o dalle tovaglie asciugate all’aperto, un ineffabile cocktail di sole, luce e aria pura che non solo penetrava nelle narici, ma che invadeva l’animo di un salutare effluvio. Ed allora, in un’epoca che ignorava il “3 per 2” sui detersivi, c’era chi se li confezionava in casa. La signora Maria Cecilia Bartoli, di Pian del Voglio, riordinando vecchi cassetti, ha ritrovato alcune ‘ricette’ per confezionare sapone, datate 1946 e giunte alla nonna, Maria Lenzi Bartoli da una cara amica di nome Pia. Per il “ Sapone giallo” era necessario disporre di: Quattro kilogrammi di ‘ranciumi’ (cotiche di maiale tritate), otto etti di ‘pecce greca’ , otto etti di soda caustica, almeno un kilo di ‘grasso giallo’( cioè di cavallo), dieci litri d’acqua e duecento grammi di ‘Talcol ‘, facendo bollire il tutto per quattro ore e “rimescolando di tanto in tanto, scegliendo bene i rancetti e lavandoli con acqua tiepida”. Preziosa poi, la ricetta per fare “ Acqua per smacchiare vestiti di lana” con un litro d’acqua, un pezzo di ‘Sapone di Marsiglia’, cinquanta grammi di ammoniaca, dieci grammi di Etera, un po’ d’acqua di colonia, il tutto ben mescolato con cui bagnare un ‘cenciolino’ per ripassare la macchia nonché risciacquarla con ‘acqua chiara’. Veronica Balboni
Antica ricetta per fare il sapone (2009-04-17)
Pian del voglio-QUANDO SI FACEVA IL BUCATO A MANO-SCOPERTE IN UN CASSETTO RICETTE PER FARE IL SAPONE DATATE 1946- Appennino , camino acceso e ricerca di sensazioni di “ antico”, un desiderio di calarsi nelle proprie radici e nella vita dei nonni, lontano dal clamore e dalla routine; una ricerca non solo gastronomica, ma poliedrica e sentimentale sulle abitudini dei nostri avi. E’ così che torna alla mente un profumo speciale di rara essenza coronato da colori, sparsi qua e la per i campi, per i prati, sulle recinzioni, sulle siepi, un allegro mosaico di tessuti di ogni forma e parvenza…è così che, specialmente nelle nostre montagne, fino ad una ventina di anni orsono, si potevano vedere i ‘panni’ lavati e stesi ad asciugare, sciorinati da sapienti massaie che negli appositi lavatoi detti anche ‘pozzi’,si riunivano per lavare, ma soprattutto per creare un momento di incontro, di scambio di informazioni, qualche pettegolezzo, canti e risate, ancor più vive e felici se le giornate erano soleggiate o se in paese era successo qualcosa di veramente rimarchevole. Chi ha potuto godere di un ‘bucato’ così fatto non può dimenticare il profumo che si levava dalle lenzuola o dalle tovaglie asciugate all’aperto, un ineffabile cocktail di sole, luce e aria pura che non solo penetrava nelle narici, ma che invadeva l’animo di un salutare effluvio. Ed allora, in un’epoca che ignorava il “3 per 2” sui detersivi, c’era chi se li confezionava in casa. La signora Maria Cecilia Bartoli, di Pian del Voglio, riordinando vecchi cassetti, ha ritrovato alcune ‘ricette’ per confezionare sapone, datate 1946 e giunte alla nonna, Maria Lenzi Bartoli da una cara amica di nome Pia. Per il “ Sapone giallo” era necessario disporre di: Quattro kilogrammi di ‘ranciumi’ (cotiche di maiale tritate), otto etti di ‘pecce greca’ , otto etti di soda caustica, almeno un kilo di ‘grasso giallo’( cioè di cavallo), dieci litri d’acqua e duecento grammi di ‘Talcol ‘, facendo bollire il tutto per quattro ore e “rimescolando di tanto in tanto, scegliendo bene i rancetti e lavandoli con acqua tiepida”. Preziosa poi, la ricetta per fare “ Acqua per smacchiare vestiti di lana” con un litro d’acqua, un pezzo di ‘Sapone di Marsiglia’, cinquanta grammi di ammoniaca, dieci grammi di Etera, un po’ d’acqua di colonia, il tutto ben mescolato con cui bagnare un ‘cenciolino’ per ripassare la macchia nonché risciacquarla con ‘acqua chiara’. Veronica Balboni